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#93 – Notti di Madripoor

Parte 1

di Carlo Monni, Fabio Furlanetto e Mickey

 

 

Casa Parker
Forest Hills, New York
Dopo due interminabili giornate alle prese con i Sinistri Sei e la banda del Coordinatore, Peter Parker è rientrato a casa, con tutte le intenzioni di godersi il meritato riposo. Invece si è ritrovato in soggiorno Terenzio Oliver Rucker, il tenente della polizia che conosce la sua identità segreta, e gravido di un'ennesima cattiva notizia:
-Jill Stacy è stata rapita.

-Quando? Da chi?
-Qualche giorno fa, da un'organizzazione criminale che si fa chiamare "il Consorzio Ombra" e su cui stiamo ancora indagando. Voleva intimidire suo padre e ricattarlo per costringerlo a lavorare per loro. Probabilmente sono gli stessi che hanno colpito la Malper e gli altri. Arthur non ha ceduto e a quanto pare loro l'hanno deportata nell'est dell'Asia. Ma... come dicevo a tua moglie... - si ferma, scambiando un'occhiata grave con Mary Jane - non è tutto.
-Cioè?
-L'hanno... fatta violentare. L'hanno... filmata mentre lo facevano e hanno mandato il video ad Arthur.
A quelle parole, Peter Parker scatta in piedi, come un felino.
-Non.... io... Arthur... perché sempre agli Stacy..? - biascica parole smozzicate, senza senso. Non riesce a figurarsi la piccola May adulta, eppure riesce a immaginare che cosa possa significare che qualcuno faccia qualcosa del genere a sua figlia. Improvvisamente non gliene importa più un accidente del Coordinatore e del dottor Octopus e delle loro beghe di quartiere. Queste sono ferite indelebili che distruggono le vite delle persone comuni.

-Arthur è sconvolto, abbiamo battuto strade non... ortodosse per salvarla e per farle giustizia. E siamo rimasti con un pugno di mosche in mano. Per questo mi sono incaricato di rivolgermi all'Uomo Ragno.
-Certo, avreste potuto avvisarmi nell'istante stesso in cui è successo.

-Io l’avrei anche fatto, ma Arthur ha insistito che facessimo tutto da soli. Nessuno doveva saperne niente.

-Ma... hai detto che l'hanno portata in Asia? Dove?
-Estremo Oriente, ma non sappiamo ancora nulla di preciso. I Federali e l’Iterpol si sono arenati. Conteremmo anche sui tuoi canali per saperne di più. Mi rendo conto però che c'è poco su cui lavorare.
-Tu inizia a dirmi ogni dettaglio che sai.


-Quindi dovrei partire per una destinazione non precisata e cercare un ago in un pagliaio. Dovrei attingere ai fondi per il college di May... o potrei chiedere ai Vendicatori... - ragiona a voce alta l'Uomo Ragno, dopo essere stato messo a parte di ogni informazione.
-Troverai un modo per partire e la salverai - interviene Mary Jane, spiazzando gli uomini presenti.
-Non hai nulla in contrario? I soldi? La lontananza? Il pericolo?
-Scherzi? Stavolta devi essere tu a non accampare scuse. Jill è una mia amica. Devi salvarla e devi farla pagare ai mostri che le hanno... fatto quello che le hanno fatto. Lo devi a noi come donne, lo devi agli Stacy.
-Va...va bene, non potrei essere più d'accordo. Io... mi do da fare immediatamente, Oliver. Ti chiamo appena ho novità, ok?
-Grazie, Peter. Arthur te ne sarà eternamente grato. Ora tolgo il disturbo... Mary Jane, grazie di tutto - le stringe la mano.
-L'ultima volta avevi detto che speravi di non rivedermi più... avevi ragione.
-Già. Capiterà un'occasione non dico felice ma tranquilla?
-Buonanotte, tenente.
Congedato il poliziotto, Peter Parker si fionda a salire in camera, fermato per un attimo dalla legittima domanda di sua moglie:
-Che hai intenzione di fare?
-Mi cambio... e vado a trovare la Vedova Nera.

 

In un covo fuori città
Il Coordinatore ha indetto una riunione dei suoi uomini, dopo i fatti clamorosi degli ultimi due giorni. Un'occasione improrogabile per serrare i ranghi, divulgare la sua versione dei fatti e mettere i puntini sulle i. Accomodati intorno a lui, su sedute di fortuna, ci sono da un lato la Camaleonte, Murmur, il Ragno di Sangue e la nuova Scorpione, dall'altro Shocker ed Electro.
-E' vero, abbiamo perso Chance e Hydro-Man e io dovrò cercare un altro night club in cui trascorrere il mio tempo libero, ma non sarei arrivato dove sono arrivato senza guardare costantemente al lato positivo. Abbiamo ribaltato le sorti della battaglia, schiacciando i Sinistri Sei e isolando il Dottor Octopus. Abbiamo colpito l'FBSA e dato l'ennesimo segnale alla città e alle forze dell'ordine: con noi non si scherza. E, ultimo, ma non per importanza, abbiamo acquistato due validi elementi come Electro e Shocker. Sono sicuro che riuscirete a mettere da parte le vostre recenti... divergenze per lavorare fruttuosamente insieme.
-Non cantare vittoria, Coordinatore. Conosci le mie condizioni, e non sono ancora state soddisfatte.
-A margine di questo incontro, vedrai la tua amica, Shocker. Per il resto, avete qualcosa da obiettare?
Nessuno osa rispondere per una dozzina di secondi.

-Conoscevi anche le mie condizioni, capo - interviene Murmur - e se sei un uomo d'onore e di parola, dovremo rispettarle. Per quanto mi riguarda, adesso che i Sinistri Sei sono stati sconfitti, non faccio più parte di questo gruppo. Per rispettare la mia parte dell'accordo, non ci saranno fughe di notizie o tradimenti da parte mia e, soprattutto, sono a disposizione se si tratta di catturare il Dottor Octopus e Lizard.
-I patti sono patti, Murmur. Sei una libera professionista, per quanto mi riguarda e fintanto che non mi danneggi o mi ostacoli. In quanto a Dillon e Schultz... benvenuti nel Sindacato, ragazzi. Ci aggiorneremo per le prossime operazioni. Shocker, se vuoi seguirmi...
Quando il boss e il suo nuovo potenziale scagnozzo si allontanano, l'atmosfera non si allenta. E' ancora troppo fresca la ferita delle botte da orbi che la banda di Electro si è scambiata con tutti gli altri.
Murmur ferma la Camaleonte, prima che diventi irrintracciabile come suo solito:
-Ferma, devo parlarti.
-Che c'è?
-Ora che per me tutto sta volgendo al termine, non posso più rimandare. Ho bisogno di sapere. Sei o non sei Dimitri Smerdyakov?
-Al capo piace che io mantenga un alone di mistero.
-Non costringermi a usare i miei poteri. Hai visto come sono capace di manipolare le persone.
Un inquietante baluginio intorno ai suoi occhi rompe le riserve della mutaforma.
-Va... va bene. No, non sono Dimitri Smerdyakov.
-Lo sei mai stato? So che quale crisi hai passato e capisco che tu possa aver rinnegato la tua vecchia identità e...
-Non sono Dimitri Smerdyakov- ripete la Camaleonte, mutando il proprio volto in una esatta replica di quello di Murmur -Sono tutti e sono nessuno.

La Camaleonte si congeda senza salutare; a Frances Barrison rimane un'ultima cosa da fare, prima di chiudere questa storia.

Attico di Natasha Romanoff
New York

Per una volta l'Uomo Ragno ha avuto fortuna.  Aveva puntato sulla spia più controversa del mondo per ottenere informazioni e sostegno, e vi ha trovato il suo migliore amico in campo supereroico. Per compensare la piacevole coincidenza, ha dovuto affrontare l'imbarazzo di interrompere un momento intimo tra la Vedova Nera e Devil, ma del resto non poteva smentirsi.
Gli è bastato accennare alla situazione drammatica in cui versa Jill Stacy per ottenere pronta e piena collaborazione dai due colleghi.
[1]
Nel soggiorno del lussuoso appartamento, l'ex agente russa è ancora in vestaglia, nonostante sia passata mezz'ora dall'irruzione dell'arrampicamuri: è evidentemente a suo agio in quella mise, nonostante sia sotto gli occhi di tre uomini - tra cui Ivan Petrovitch, il suo padrino, sopraggiunto in tutta fretta e già tutto preso a dare una mano via telefono. L'uomo intimidisce l'arrampicamuri, non è il genere di persona con cui è abituato ad avere a che fare; eppure lo guarda con gratitudine per il supporto che sta dando loro.

L’Uomo Ragno siede sul soffitto, guardando verso il basso l’Uomo Senza Paura in una situazione inusuale: indossa solamente i pantaloni del suo costume.

-Non dirmi che è il tuo nuovo look. Non vorrei iniziassero a girare voci strane su di te.

-La troveremo – va direttamente al sodo Matt Murdock. Non c’è bisogno dei super-sensi per capire che l’Uomo Ragno sta coprendo il suo nervosismo con l’umorismo.

-Lo spero. A chi stanno telefonando? – chiede Peter, indicando Ivan e Natasha con un cenno del capo; a volte dimentica che il suo amico non può vedere, ma Devil capisce comunque la domanda.

-Ivan sta parlando con il suo vecchio amico Symion Borisovitch Kurasov, ex KGB ed ora signore del crimine organizzato di Mosca.

-Gente per bene, eh? Grazie per aver precisato il patronimico, non sia mai che possa confonderlo con un altro Kurasov.

-Natasha sta usando i suoi contatti nel sottobosco dell’intelligence. La persona con cui sta parlando le ha suggerito di contattare Tyger Tiger. La conosci?

-La famosa vincitrice del concorso “nome meno originale del mondo”?

-Signora del crimine di Madripoor ed ora Principessa Regnante di quello staterello insulare.

-Ecco, vedi cosa capita a non usare il patronimico. Quindi ora aspettiamo e basta?

-Non ho detto questo. Ho intenzione di fare visita a Richard Fisk e Jimmy Six. Sai che cosa penso di quei due... e questo implica che dovrebbero essere informati di quello che succede nella "loro" città - e mima le virgolette con le dita.

-Io fatico ancora a credere che un tipo come Jimmy Six possa essersi fatto tanta strada quanto dici tu, ma sono d'accordo ad andare a trovarli. In fondo abbiamo sempre... lavorato bene insieme.

-Vuoi andarci tu? Io potrei battere un'altra pista. Hai modo di procurarti qualcosa di Jill Stacy che conservi il suo odore, per aiutarmi a rintracciarla all'occorrenza?

-Non la vedo da mesi, ma me ne posso occupare in altri... modi. Passiamo prima da Fisk, perché ho bisogno di fargli anche altre domande...

 

In un covo del Coordinatore
Betty Brant non è una donna che si arrende facilmente. E’ sopravvissuta a troppe tragedie per lasciarsi andare alla disperazione. Sta esaminando attentamente la propria cella alla ricerca di qualunque cosa che possa aiutarla a fuggire, quando qualcuno si avvicina alla finestrella in vetro antiproiettile della porta. Betty si aspettava di vedere la maschera del Coordinatore, non certo quella di Shocker.

-Herman!? Cosa ci fai qui!?

-Ti hanno fatto del male?

-Il cibo fa schifo, ma non mi hanno torto un capello. Pensi di poter abbattere la porta?

-Non... non sono qui per liberarti, Betty. Non ancora. Devo prima chiudere un debito.

-Non dirmi che ora lavori con il Coordinatore. Questa è gente pericolosa.

-Lo sono anche io. E chiamami Shocker quanto sono in costume. Uscirai presto, te lo prometto –

risponde enigmaticamente il criminale, prima di allontanarsi.

 

Fisk Tower, Manhattan

-Stasera dev'essere iniziata la mia giornata fortunata- commenta l'Uomo Ragno, quando trova nell'ufficio del figlio dell'ex Kingpin quest'ultimo insieme al suo socio Jimmy Six. Due piccioni con una fava, senza aspettare.
-Voi strenui difensori della legge tendete sempre a dimenticare che esistono la violazione di domicilio e l'effrazione nel codice penale- li accoglie con grande flemma Richard Fisk. -In che cosa possiamo esservi utili, signori?

-Innanzitutto, che cosa ne sapete del Coordinatore? Avete visto che cosa ha combinato oggi pomeriggio. Sta mettendo a ferro e fuoco la città e nemmeno voi dovreste esserne contenti.
-Nessun onesto cittadino potrebbe essere contento di quello che sta succedendo. Ad ogni modo, il Coordinatore è affare del vostro mondo bizzarro. Finché ve la giocate tra voi super-pazzi e non mettete di mezzo noi comuni mortali, potete fare quello che volete.
Se l'Uomo Ragno sapesse che ventiquattr'ore prima i due boss della mala di New York avevano stipulato un patto di non belligeranza con il Coordinatore, avrebbe letto più facilmente tra le righe di quelle affermazioni. E gli sarebbe salito il sangue al cervello.

-Per oggi ci accontenteremo perché abbiamo una faccenda più urgente da risolvere- interviene Devil -Jill Stacy, la figlia del Commissario Arthur, è stata rapita dal Consorzio Ombra, è stata fatta oggetto di violenze e deportata in Asia, per essere venduta come schiava del sesso.
-Wow, accidenti- commenta Fisk, con disgusto apparentemente sincero -Ora sì che parliamo di roba seria. Peccato che non abbia idea di che cosa state parlando.
-Io penso che nemmeno gente come voi si sarebbe abbassata a questo livello. Avrete pure un codice d'onore che vi porta a reagire davanti a un atto del genere- li provoca l'Uomo Ragno.
-Continui a fare allusioni che non comprendo, arrampicamuri.
-Ti lascio perdere, Fisk. Jimmy, nemmeno tu? Io sto andando in fondo a questa storia anche perché gli Stacy sono molto legati a un nostro... comune amico. Peter. - decide di rischiare questa carta. Devil ne rimane meravigliato. Auscultando il battito cardiaco del suo amico, capisce che è molto preoccupato e sta perdendo lucidità.

-Parker.- borbotta Jimmy Six -Mi ricordo di lui. Bravo ragazzo, bella moglie. Mi ha dato una mano quando ero ferito e braccato.[2] Ho un debito con lui e con te, Uomo Ragno. Farò tutto quello che posso per trovare informazioni. Conosco della gente anche in Florida che mi deve dei favori.

Fisk fa un cenno d’assenso. I mercanti di schiavi non piacciono neanche a lui e se può mettere i bastoni tra le ruote del Consorzio Ombra è ben contento.
-Grazie - gli stringe la mano sudaticcia Spidey.
-Come posso rintracciarvi se ho qualche informazione?- chiede Jimmy.

Devil gli porge un bigliettino e risponde

-Chiama questo numero e dì tutto a chi ti risponderà. Andiamo, Ragno.

Senza attendere altro, Devil si tuffa dalla finestra. Ogni volta Peter Parker si chiede con quale coraggio riesca a farlo, senza superpoteri.
-Il mio amico è sempre molto socievole, eh? Fisk, sappi che tra noi non finisce qui, comunque. Appena avrò salvato Jill Stacy, mi occuperò del Coordinatore e di voi, e ti converrà stare dalla mia parte.
Richard Fisk rimane muto e impassibile, ottenendo l'effetto di far andare via lo sgradito ospite.

 

Ravencroft Asylum
Frances Barrison è sicura di non poter reggere ancora a lungo la sua doppia vita. Dopo la battaglia della notte precedente, l'assalto alla nave dei Sinistri Sei nel pomeriggio e il briefing con il Coordinatore, adesso si ritrova a dover fare il turno di notte nel manicomio criminale in cui lavora.

Fatica sempre di più a fingere che vada tutto bene con la dottoressa Kafka, suo capo e sua terapeuta. O anche solo a dissimulare la propria stanchezza: per fortuna, di costituzione è pallida.
Ora che è tornata a bazzicare il mondo del crimine, piccole infrazioni come quella che sta per compiere non turbano più di tanto la sua coscienza. Dimitri Smerdyakov, ospite della struttura, aveva rifiutato il suo consenso a essere sottoposto ad analisi, di recente, e questo aveva sempre destato i suoi sospetti, acuiti dal ritorno in scena di un Camaleonte.
Stanotte ha deciso di tagliare la testa al toro.
E' entrata nella sua stanza blindata, emettendo di fondo vibrazioni eteree tranquillanti, per evitare che si svegli.
Armata di una comune siringa e una siringa da biopsia.

Appartamento del Commissario di Polizia Arthur Stacy

L’Uomo Ragno si introduce furtivo nella stanza che Jill occupava prima di trasferirsi a Londra poco dopo la morte di suo fratello.[3]

Se è fortunato troverà qualcosa di suo da portare a Matt.

Maledizione, pensa, non doveva toccare a Jill e solo per via del lavoro di suo padre. Riesce a capire come si sente Arthur. Se qualcuno rapisse la piccola May lui…

Fa un profondo respiro. È da quando ha saputo di Jill… di quello che le è accaduto che fa fatica a trattenere la collera a resistere alla tentazione di prendere a pugni qualcosa o qualcuno nell’illusione di sentorsi meglio. Gli Stacy, tutti gli Stacy, hanno sofferto molto e che in qualche modo lui ne è o se ne sente responsabile. Non sarebbe mai accaduto se non avessero conosciuto lui, se non avessero conosciuto l’Uomo Ragno.

Forse è il suo stato d’animo o forse un altro motivo ma mentre fruga nei cassetti non si accorge che la porta della stanza si sta aprendo poi ode una voce:

-Che ci fai qui tu?
-Arthur! Devi perdonare l'intrusione. Hai...  parlato con Rucker, vero?

-Sì, e mi conforta che tu abbia accettato di aiutarci, ma avresti potuto chiedere prima di... insomma, improvvisare un'ispezione nella stanza di mia figlia.
-Hai ragione, avrei dovuto bussare come le persone normali, ma il tempo stringe.

-Che cosa stai cercando nella roba di Jill?
-Un vestito, qualcosa che ha indossato, il più recente possibile. Diciamo che un mio amico ha molto... naso e gli tornerebbe utile per rintracciarla. Suona terribilmente inquientante e perverso detto ad alta voce, vero?
-Sono contento che tu abbia ancora voglia di scherzare- lo rimprovera bonariamente Arthur, mentre si mobilita per aprire un  armadio. -Purtroppo Jill non è stata molto in città, negli ultimi anni. E di questo me ne pento più che mai ora. Forse avrei dovuto seguirla, e non tornare mai più in questa dannata...
Si interrompe, non è chiaro se per nascondere la voce rotta o perché ha trovato qualcosa. Infatti, da un cassetto, si preme del tessuto sulla faccia e inspira profondamente.
-Questa sciarpa potrebbe andar bene? Non odora di bucato, per quel che conta.

-Ce lo faremo bastare- annuisce l’Uomo Ragno, raccogliendo l'accessorio dalla sua mano -E, per quel che vale: no, in realtà non ho alcuna voglia di scherzare. Non oggi.
Una vibrazione risuona nell'aria. L'Uomo Ragno traffica con la sua cintura e ne estrae il suo piccolo telefonino, un vecchio modello compatto con la tastiera.
-Siamo entrambi nostalgici, a quanto pare- commenta Arthur, senza ricevere risposta perché il supereroe risponde alla chiamata.
-Dimmi. Uh? Ok, arrivo subito- dice l'Uomo Ragno, prima di chiudere. -Devo raggiungere il mio amico, pare che abbiamo qualcosa tra le mani. Speriamo bene.
-Grazie a te e il tuo amico, allora.
-Ti darei il mio numero- dice, scuotendo il cellulare prima di metterlo a posto -ma hai già abbastanza guai così. Ti aggiorneremo tramite Oliver, ok? Ora fatti una camomilla e mettiti a dormire.
-Ci proverò - mormora il Commissario, mentre il tessiragnatele balza via dalla finestra.

Attico della Vedova Nera
-Buone notizie? - domanda ansioso l'Uomo Ragno, non appena la Vedova Nera termina l'ennesima chiamata. E' rientrato nel bel mezzo della conversazione, senza ritrovare il padrino della Vedova Nera o avere informazioni da Devil, intento ad ascoltare di straforo:

-Credo di sì - annuisce l'avvocato.

-Questo è quello che sappiamo - scandisce Natasha Romanoff, con un occhio verso il blocco di appunti su cui ha scarabocchiato freneticamente durante le ultime telefonate. -Sappiamo che la Stacy potrebbe aver lasciato il paese su un volo privato partito da Miami e che ha fatto scalo tecnico nel Tagikistan. Di lì, inutile a dirsi, ne abbiamo perso le tracce. Di contro, la mia fonte di Madripoor assicura che di recente è sbarcato sull'isola un... carico... - dice quella parola con ostentato disgusto - ... di ragazze straniere destinate ai bordelli di downtown. Compresa almeno una ragazza bianca.

-E quindi? Che ne sappiamo che c'è un nesso? - esprime la sua perplessità Peter.
-E' un miracolo quello che siamo riusciti a sapere grazie a due telefoni in così poco tempo. Un volo Stati Uniti-Madripoor può fare verosimilmente uno scalo tecnico nel Tagikistan, soprattutto se vuole sparire nel nulla. Se facciamo due più due...
-E' una pista esile.
-Ma è l'unica che abbiamo. Io andrei a Madripoor e solo in caso di insuccesso batterei altre strade, Tagikistan in primis.
-Di nuovo Madripoor? Dev'essere uno scherzo... - si lamenta Matt Murdock, che di recente ha dovuto affrontare Lady Bullseye in quella zona del mondo insieme alla sua compagna, che lo segue a ruota:
-Non dirlo a me. Non ci tornerei, se non fossi convinta.

-Uhm, sì, a proposito di quello... chi paga i biglietti ed il pernottamento? – chiede l’Uomo Ragno; detesta parlare di soldi quando c’è in ballo una vita umana, ma ha anche le responsabilità di un padre di famiglia ora.

-Buona domanda, normalmente passerei il conto a qualche cliente. Potremmo utilizzare uno dei Quinjet dei Vendicatori, ma attireremmo troppo l’attenzione – riflette Natasha.

-Vista la situazione, potrei chiedere un... contributo... al mio carissimo amico Peter Parker, ma dovreste lasciargli fare un servizio per il Daily Bugle.

-Oh, il tuo carissimo amico Peter Parker - annuisce divertita la Vedova Nera.

-Natasha – la redarguisce a bassa voce Matt Murdock. Lei non si è mai sentita una super-eroina a tutti gli effetti, ma conosce le regole non scritte del gioco.

-Tranquillizza il tuo amico, Uomo Ragno, non dovrà intaccare il fondo per il college della figlia.

-Grazie, io... come?

-Muoversi tra le nazioni senza lasciare traccia è il mio lavoro.  Si dà il caso che conosca una persona che ci metterà a volentieri a disposizione un jet privato. O almeno, mentirà dicendo che lo fa volentieri.

-No, intendevo come sai... non importa. Mi complimento per l’efficienza .- commenta l’Arrampicamuri -Bello avere amici ricchi. Posso sapere chi è?

-Non è importante. Ti basti sapere che dovrò un grosso favore a qualcuno.

-Resta il problema dei nomi. Preferirei non si sapesse che Matt Murdock si trova lì..- dice, pensieroso, Devil.

-Dovremo usare nomi di fantasia. Tu sarai Eugene Thompson, io Jonah Jameson e lei... ci farei sopra una battuta ma hai già un nome da spia, Vedova. Scarlett Johansson? – propone l’Uomo Ragno, facendo calare il gelo nella stanza.

-E’ sempre così? – chiede la rossa.

-No, a volte è davvero irritante. Lascia che pensiamo noi ai dettagli, arrampicamuri.

-Già.- puntualizza Natasha –Lascia fare ai professionisti del settore. Ivan può procurarmi dei passaporti falsi per non compromettere le vostre identità segrete quando saremo costretti ad agire in costume; avremo bisogno solo di una fotografia da utilizzare. Il tuo carissimo amico Peter Parker, per esempio. Se non ricordo male ha una faccia abbastanza normale, non ti servirà molto trucco per assomigliargli almeno un po’.

L’arrampicamuri è restio ad accettare, vista la sua fortuna nel mantenere segreta la propria identità, ma è ben felice di non dover intaccare il fondo per il college della piccola May..
-Meglio così, perché devo occuparmi di qualcosa di vitale importanza prima di lasciare il paese –conclude frettolosamente l’Uomo Ragno, prima di saltare fuori dalla finestra.

 

Ravencroft Asylum
- Lo sapevo! - esclama a voce alta l'ex Shriek, nel laboratorio. -Devo avvisare Ashley...
Gli strumenti stanno dando ragione al suo istinto: i tessuti di Dimitri Smerdyakov sono sintetici, tecnorganici.
Non è il vero Camaleonte. E' un simulacro.

Dev'essere scappato e sostituito in una falla della sicurezza. Durante l'assalto dei Sinistri Sei, forse? Il paziente si comportava stranamente da prima e la Camaleonte aveva già fatto il suo pubblico esordio.
Le opzioni sono tre: o Dimitri lavora per il Coordinatore e le ha mentito per mantenere la copertura, o Dimitri nella sua follia è convinto di essere una donna senza alcun legame con il suo passato... oppure è un'incredibile coincidenza che il Camaleonte sia evaso e che in circolazione ci sia una nuova mutaforma criminale.
E non sa se scoprirà mai la verità.

Casa Parker
Forest Hills, New York

- "Sembri un vero principe, ma in realtà sei un povero straccione". E alla fine non si sposarono affatto.
Peter Parker richiude il libro illustrato The Paper Bag Princess e constata con tenerezza che la piccola May si è addormentata. Del resto, è davvero tardissimo, e in fondo sua figlia conosce a memoria quella strana fiaba femminista che ama tanto. A volte teme di convincerla davvero a non sposarsi mai.
Si china per darle un bacio sulla fronte e, improvvisamente, si dispiace di non averla potuta salutare propriamente. Spera che non ci rimarrà male l'indomani mattina, quando si sveglierà e non lo troverà.

-Poi le parlo io, tranquillo - lo conforta poco dopo Mary Jane, nella loro camera da letto. E' tutta intenta a cercare di chiudere un borsone.
-Grazie. Anche per esserti occupata della valigia e avermi dato il tempo di leggerle la favola.
-A questo servono le mogli, no? E poi mancano ancora tre ore al volo.
-Già. Ma tu ora ti prendi una tazza di camomilla e ti metti a nanna, che domani hai un provino importante e non puoi presentarti con le occhiaie.
Forse continua a consigliare camomille alla gente perché è il primo che ne avrebbe bisogno.
-Va bene, papà. Racconti anche a me una fiaba? - lo canzona sua moglie.
In tutta risposta, Peter Parker la bacia appassionatamente.
Un minuto dopo, impugna il bagaglio a mano e, sulla soglia della porta, con un malcelato magone, le augura una buona notte.

 

Madripoor

26 ore dopo.

Peter Parker abbassa il più possibile il cappuccio della felpa, non tanto per nascondere nell’ombra il proprio volto come aveva pianificato ma per nascondere l’imbarazzo.
-Quindi non è un caso. Ci prende proprio gusto - commenta col suo amico. Per non smentirsi Natasha Romanoff ha preso una suite in  uno dei migliori alberghi della zona della capitale nota come Uptown registrandosi lei come Scarlett Johansson e Matt Murdock e Peter Parker rispettivamente come Charles Cox e Andrew Garfield[4]. Per contenere i costi dell'avventura Peter aveva proposto di prendere una tripla nel più economico albergo della città-stato, ma Natasha lo ha giuardato come se fosse un alieno.

Peter ha subito imposto come regola che i due amanti non si lasciassero andassero ad alcun genere di effusione troppo spinta durante la convivenza. In tutta risposta, la Vedova Nera  dopo essere uscita dal bagno  si è presentata nel salottino in reggiseno e mutandine.
-E' seminuda, vero? Mi piace pensare che si sia abituata a stare con me, che non ci faccio caso - fa spallucce Matt. Per fortuna i presenti non hanno i suoi super-sensi, altrimenti potrebbero subodorare dal suo battito cardiaco e dal suo odore la punta di gelosia che si premura tanto di dissimulare.
-Guarda che vi sento. E … Matt… pensavo che il tuo amico fosse abituato alla vista di donne avvenenti in biancheria intima

-Alcune delle quali hanno cercato di uccidermi.

-Ah, lo sapevo che avevi qualcosa in comune con Matt. Siate veloci come me a darvi una sciacquata: non voglio far aspettare il nostro aggancio.
-Sono espertissimo nell'ottimizzare i tempi, visto che sono sempre in ritardo - dice il ragazzo, fiondandosi in bagno. Preferisce non rimanere da solo con la spia. Non ora, perlomeno.
Il suo primo istinto è sciacquarsi la faccia e guardarsi allo specchio. Nonostante abbia dormito dal primo all'ultimo minuto di volo, alla luce degli arretrati, la tensione emotiva e il jet lag iniziano già a segnargli il volto. Com'è possibile che poco più di un giorno prima fosse al porto di New York a combattere super-criminali e che ora si ritrovi all'altro capo del mondo, in un hotel di lusso, a giocare a fare la spia per salvare un'amica che potrebbe essere irrimediabilmente perduta?

 

In un cimitero pubblico di New York

E' in corso un doppio funerale.
Il celebrante cita un passo degli Atti degli Apostoli in cui viene narrato il martirio di santo Stefano.
Ormai la morte di esponenti delle forze dell'ordine non fa più notizia, nella Grande Mela. Solo nell'ambiente, ogni perdita ferisce come la prima. Due agenti del F.B.S.A. hanno perso la vita durante la fallita retata alla base dei Sinistri Sei e i loro colleghi del Bureau e di altre forze di polizia si stringono intorno alle loro famiglie.

In rappresentanza dei Vendicatori, presenziano la Valchiria e Wasp in borghese; l'asgardiana è perlopiù irriconoscibile, per colpa del tailleur nero in cui l'hanno costretta e per la crocchia in cui sono raccolti i capelli biondi. Una delle due fresche vedove lancia loro occhiate cariche di risentimento: i supereroi erano sul campo di battaglia, ma non sono riusciti a cambiarne le sorti.
Nonostante abbia ben altri pensieri per la testa, il Commissario Stacy teneva ad essere presente e a partecipare al cordoglio. Lo stesso dicasi per il suo amico Rucker. Ciò non toglie che quest'ultimo possa avvicinarglisi e distrarlo per pochi secondi dalla cerimonia:
-L'Uomo Ragno è arrivato a Madripoor. Appena ho notizie...
-Grazie, Oliver.

 

Madripoor

Per certi versi, Peter Parker è contento di non aver perso la curiosità che tanto lo caratterizzava da bambino. Un taxi li sta portando dal quartiere buono per ricchi e turisti alla degradata downtown e lui si perde ancora nei suoi pensieri, con lo sguardo concentrato fuori dal finestrino a scorgere ogni possibile dettaglio di quella città nuova. Il viaggio ha un costo in termini di denaro e di stress; che venga perlomeno ammortizzato nei suoi aspetti turistici e culturali, nei limiti della drammatica situazione.
-Guarda che ho pagato, puoi scendere - lo riporta alla realtà la Vedova Nera, vestita in maniera casual in controtendenza al suo stile. Sono rimasti d'accordo nel preferire non dare nell'occhio e indossare tutti un outfit comodo in caso di necessità. Natasha si è acconciata i capelli a crocchia e Matt si è scurito i capelli e copre la fissità dei suoi occhi da cieco con un paio di occhiali a specchio che da quelle parti nessuno trova fuori luogo. Peter ha fatto solo pochi ritocchi al suo viso col materiale fornitogli dalla Vedova. Non  è sicuro che ingannerebbe un esame approfoindito, ma comunque chi conosce la sua faccia abbastanza da riconoscerlo da quelle parti?
Allungando il passo, il tessiragnatele segue i suoi soci che stanno già mettendo piede nel Princess Bar. I buttafuori accompagnano il loro ingresso con semplici cenni della testa. La facciata esterna è spartana e sobria, al confronto di ciò che si para una volta varcato l'ingresso. Per un ragazzo cresciuto nel Queens, tutto ha l'aria di un posto pacchiano stile Las Vegas, uno di quei posti anacronistici che tentano di imitare qualcosa che non ha senso in quel luogo e in quel tempo.

-Wow!- esclama Peter -Sembra il set di “Casablanca”. C’è perfino il proprietario in smoking bianco come Bogart… anche se sembra più Robert Redford in “Havana”.

-Complimenti per la cultura cinematografica.- replica Natasha -In ogni caso, si chiama O’Donnell ed è il comproprietatario di questo posto.

-Ah… e chi è il suo socio?

-Ne saresti sorpreso.- risponde la Vedova Nera ammiccando.[5]

-Comunque c’è qualcosa che non mi piace di questo posto. Nonostante le apparenze, c’è pericolo ovunque attorno a noi – commenta l’Uomo Ragno.

-Troppo fuori dal tuo ambiente? – lo stuzzica Natasha.

-Sono abituato ad entrare dalla finestra ed appendere gente al soffitto fino a quando non mi dicono tutto quello che voglio sapere.

Natasha avrebbe qualcosa da ridire sull’utilità di una strategia simile a Madripoor, ma si ferma quando un uomo decisamente muscoloso le si avvicina da dietro e la afferra per un braccio.

-Hey, dolcezza. Sei venuta qui a cercare un vero uomo?

-Veramente siamo qui per parlare con il proprietario – si fa avanti Matt. Sa benissimo che, nonostante la notevole differenza muscolare, Natasha potrebbe mettere al tappeto questo energumeno senza rovinarsi l’acconciatura. Ma certe abitudini sono dure a morire.

-Sparisci, sfigato – risponde l’uomo con spregio, strattonando Natasha per allontanarsi... o almeno è quello che vorrebbe fare, inciampando rovinosamente.

Al suo tonfo segue un notevole silenzio; per reazione a catena, una mezza dozzina di drink finiscono a terra o rovesciati addosso ad abiti costosi. L’unico ad emettere un suono è Peter, che se ne sta con le mani in tasca a fischiettare innocentemente.

In un ambiente come questo basta una piccola scintilla. In questo caso un altro cliente poco raccomandabile che cerca di colpire Peter alla schiena con un coltello. Poco importa che Peter riesca a schivarlo senza neanche togliersi le mani dalle tasche, o che Matt gli faccia mollare la presa prima che possa fare del male a qualcun altro: nel giro di pochi secondi l’alta società di Madripoor abbandona l’illusione e rivela la propria natura scatenando una rissa in pieno stile.

Inizialmente Peter, Matt e Natasha cercano di contenersi, nella speranza di calmare le acque fermando i più facinorosi. Ma questa è Madripoor, l’isola ribelle che rifiuta di seguire ogni regola.

Bottiglie infrante, sedie ed imprecazioni che volano: non c’è più nulla di elegante qui.

-Ora basta! – ordina una voce femminile, ma non appartiene alla Vedova Nera.

-Di già? Non ho ancora appeso nessuno al soffitto – commenta Peter, ma è l’unico tra i presenti ad avere ancora voglia di scherzare.

Forse perché, attorno a lui ed ai suoi compagni d’avventura, si è formata una pila di clienti privi di sensi e carichi di lividi.

 

Sulla soglia è comparsa una bella donna asiatica dai lunghi capelli neri che indossa un cheongsam[6] rosso su cui è drappeggiato un lungo mantello dorato. Il suoi vero nome è Jessan Hoan ma in questa parte della città è nota soprattutto come Tyger Tiger. I presenti hanno due buoni motivi per temerla: il primo è che è la Principessa Regnante di questo piccolo stato insulare, il secondo è che fino alla sua ascesa al trono era la signora del crimine di questa parte della capitale e non sono pochi a pensare che riscuota ancora una percentuale suv tutte le attivitàà illegali di questo angolo di mondo.

Tutti sanno che non è saggio farla arrabbiare anche se non fosse accompagnata da guardie del corpo o, come in questo caso, dal Capo della Polizia e da una squadra di agenti.

-Comandante Tai.- ordina con noncuranza –Si occupi di far portar via un po’ di facinorosi mentre io converso con i miei ospiti.

-Come desidera, Vostra Altezza.- replica Tai con un sogghigno ed impartisce secchi ordini ai suoi sottoposti.

Intanto Tyger si è avvicinata ai tre occidentali e li scruta con interesse.

-Seguitemi.- dice loro semplicemente.

Una volta chiusa la porta del salottino privato dove li ha condotti, fa un ampio sorriso e si rivolge a Natasha:

-Le tue visite sono sempre gradite, Vedova. Non mi aspettavo, però, di rivederti così presto dopo l’ultima volta.[7]

-Se continuiamo così, sarai costretta a darci le chiavi della città. Purtroppo ciò che mi porta ancora una volta qui è una cosa molto grave.- replica la Vedova Nera .

-Lo so bene. Suppongo che i tuoi amici facciano parte della comunità dei cosiddetti eroi in costume. Immagino che uno di loro sia, ancora una volta, Devil, ma chi è l’altro bel giovanotto?

Peter Parker arrossisce ma prima che possa parlare, interviene di nuovo Natasha.

-Di sicuro, Principessa, capisci il valore della discrezione e sono certa che rispetterai il desiderio di privacy dei miei amici. Ora, se non ti spiace, possiamo parlare di affari?

-Ma certo, avete ragione. Intanto mettiamoci comodi.

Jessan si siede su un ampio divano e con un gesto invita i suoi ospiti ad accomodarsi su delle vicine poltrone.

-Cosa prendete da bere?
-Nulla- rispondono all'unisono gli uomini, decisi a rimanere sobri e/o a non essere avvelenati. Timore forse eccessivo considerato chi li ospita.

-Una vodka liscia, grazie. E grazie dell'accoglienza e delle informazioni, Jessan - dice Natasha - Abbiamo un budget limitato e non possiamo trattenerci più di una notte in città, purtroppo. Né acconsentiremmo a usufruire di altre forme di ospitalità, per questo perdonami se vado subuto al sodo e ti chiedo: che cosa sai dirci di più riguardo Jill Stacy?
-Sulla vostra conoscente, nulla di specifico. Come vi ho anticipato, tra le nuove arrivate al bordello di Madame Xiana pare ci sia una giovane bianca.
-La tratta umana è legale in questo Paese? - interviene Matt Murdock, in un moto di chiara polemica.
-No, signor... non credo di aver afferrato il suo nome.

-Cox. Charlie Cox – mente l’avvocato.

-Ovviamente condanno questa pratica. La prostituzione non è perseguita, invece.
-E perché non ha perseguito chi ha portato in città schiave del sesso? Come fa ad avere queste informazioni sulle attività criminali dell'isola e a non intervenire?
-Ma---.Charlie! - lo riprende la Vedova Nera, a rischio di tradirsi. Pensava che agenti segreti e principi del foro avessero in comune perlomeno l'arte della diplomazia; è costretta a ricredersi.

-Capisco la sua perplessità, signor Cox. Purtroppo a un occhio americano è difficile capire come funzionino qui le cose. Il male minore per Madripoor è che le cose seguano questo corso. Mi auguro che i signori non ricompensino la nostra accoglienza raccontando falsità sul nostro Paese. Noi viviamo anche di turismo.

-Garantisco io per i miei amici. Jessan, ci autorizzi a fare visita a Madame Xiana?
-Siete liberi turisti e, in quanto tali, potete usufruire come meglio desiderate, nei limiti delle leggi e  delle attrattive della città.
-Grazie, vostra maestà - la canzona sottilmente Devil.
-Grazie, a buon rendere - si alza la Vedova Nera, mentre ingolla il fondo del bicchiere di vodka.

Seduti a un altro tavolino per comuni mortali, i tre eroi iniziano a raccogliere ciò che hanno seminato. È Natasha a parlare per prima.

-Ho concepito cinque possibili piani d'azione e...
-Quando?! - trasecola l'arrampicamuri.
-...e quello con il maggiore margine di successo prevede questo: io e Matt ci infiltriamo clandestinamente nel bordello. Peter, invece, entra dalla porta principale: si finge un cliente e chiede una ragazza bianca per andare incontro ai propri gusti di bieco turista occidentale.
-Cosa?! Perché io?! Ho la faccia da bravo ragazzo, non sono credibile! - va nel panico un imbarazzatissimo Parker.
-Ah, perché, io no? - lamenta Murdock.
-Per il semplice motivo che a un cieco sarebbero capace di rifilare chiunque, anche se chiedesse unabianca - spiega lucida la Romanoff.

-Se sapessero che sono cieco. Non è per questo che abbiamo adottato delle identità di comodo, per muoverci più liberamente?- ribatte, apparentemente piccato, Matt.

-Allora dimmi che puoi capire il colore della pelle di qualcuno grazie ai tuoi supersensi.

-Beh… io…

-Appunto. Ecco perché è meglio che vada tu, Peter. Ti possono prendere per i fondelli per altri versi, con quell'aria da nerd di successo alla Zuckenberg... magari sul prezzo... ma non ci interessa, ai fini della nostra missione.
-I peli sulla lingua non crescono in Russia, vero?
-Ci terremo in contatto tramite questi - va al sodo la spia, ignorando battute e lamentele ed estraendo dalla borsa una manciata di microfoni auricolari che porge loro.
-Ok, sono un nerd e vado in brodo di giuggiole con questa tecnologia da agenti segreti. Hai anche qualche penna soporifera? Un orologio magnetico? Occhiali a raggi X? Sarebbe fichissimo.
-E' già molto se non ti fai scoprire a usare queste, pivellino - spegne i suoi ardori Natasha, mentre gli sistema i gadget nei fori auricolari in modo da renderli invisibili. Mentre pochi centimetri separano i loro volti durante la manovra, l'odore di lei lo stordisce.
-Quando tutto questo sarà finito, mi direte che ho fatto per meritarmi questo - sdrammatizza l'Uomo Ragno, gli occhi al cielo.

 

Con tutta probabilità sarà opportuno omettere il resoconto di questa parte della missione a Mary Jane quando sarà rientrato in patria.
"Giuro che non mi lamenterò quando dovrò combattere di nuovo i Sinistri Sei" pensa l'Uomo Ragno, prima di prendere un respiro profondo e mettere piede nel postribolo. In pochi posti nell'universo conosciuto si è sentito di più un pesce fuor d'acqua.
-Buonasera. Posso..? - si rivolge a una signora di mezza età, bardata in un elegante kimono.
-Buonasera. Come posso esservi utile? - gli domanda la donna, in un inglese scandito.
-Ehm, io...vorrei...compagnia. Per la notte - usa un eufemismo Peter, per compensare il disagio di quel dialogo innaturale.
<Più deciso, Spectre 3. Non sei al centro di collocamento per badanti> lo redarguisce Natasha a distanza, usando nomi in codice.

-Siete nel posto giusto. Abbiamo tutte le ragazze che volete. Al prezzo che meritano.
-Ecco, io... i soldi non sono un problema. Avete...ragazze bianche? Insomma, occidentali? Magari... addirittura... americane? Sapete, sono un po'...tradizionalista. Non so neanche se mi capite.- insiste Peter, resistendo alla tentazione di spaccare qualcosa. Questo posto stuzzica il suo lato peggiore.
-Capiamo benissimo, signore. Per questo abbiamo a disposizione merce per tutti i gusti. Preferenze per età?
Quella domanda gli suscita un conato di vomito. Capisce che potrebbero esserci bambine e adolescenti, tra quelle stanze. Se riesce a nascondere il suo disprezzo, ha già completato metà del suo addestramento sul campo come agente segreto.
-Della mia età- specifica fiero.
-Benissimo. Prego, seguitemi.
Stavolta non funziona come dalla finestra dell'hotel o dai vetri del taxi: la curiosità è del tutto soppressa. Guarda fisso la nuca della protettrice, per ignorare il viscidume degli altri clienti o la tristezza negli occhi delle altre donne che intravede nelle altre camere o di passaggio.
"L'odore e i rumori stordiscono me, figuriamoci Matt" si dice, facendo mente locale al fatto che Devil e la Vedova Nera potrebbero essere già nascosti lì, da qualche parte. E se lo augura.
La signora entra in una stanza, scambia qualche parola non udibile con l'inquilina ed esce:
- Prego, si accomodi. Avete un'ora di tempo.
Il cuore gli batte all'impazzata. Al di là della soglia dovrebbe esserci Jill Stacy. Riuscirà a non farle dare di matto? Come le spiegherà la sua presenza?
Peter entra nella stanza si chiude la porta alle spalle e rimane scioccato: la luce è maliziosamente soffusa, ma sul letto c’è una giovane donna bianca e inequivocabilnemte bionda.

-Tu non sei Jill!.- si lascia sfuggire a bassa voce, per farsi ascoltare dai suoi amici.

Normalmente le condizioni della ragazza, che sembra aver oltrepassato l’inferno, sarebbero la prima preoccupazione di Peter. Ma un altro pensiero lo ossessiona: questa era l’unica pista disponibile, e si è rivelata un vicolo cieco.

E la possibilità che Jill sia già morta inizia a farsi strada nella sua mente.

La guarda meglio. Il suo viso gli è familiare. Dove l’ha già vista? In chi si è imbattuto?

 

CONTINUA SU DEVIL 74

 

 



[1] Se siete curiosi di leggere in che situazione imbarazzante è andato a cacciarsi l'Uomo Ragno, andate a leggere il finale di Devil MIT #73. E poi tornate qui. Tanto avete capito che dovete leggere il Devil di Carlo Monni per capirci qualcosa di questa storia.

[2] Su Peter Parker: Spiderman #86/87.

[3] Su L’Uomo Ragno MIT #6.

[4] Vi sembrano nomi familiari? Non ne saremmo sorpresi. -_^

[5] Si tratta nientemeno che di Wolverine ma non sono in molti a saperlo fuori da Madripoor.

[6] Abito tradizionale femminile cinese consistente in un unico pezzo, generalmente molto aderente, a maniche lunghe o corte con colletto alto in stile coreano, abbottonato con alamari e bottoni che scendono in diagonale dalla base del collo fino all'ascella. La gonna può essere di lunghezza variabile ed è generalmente molto stretta e dotata di spacchi laterali molto profondi.

[7] Su Daredevil MIT #6